giovedì 20 giugno 2019


 
 
L’area archeologica dell’antica Milazzo

Dominata dall’alto dal Castello normanno-svevo, a sua volta protetto dalle artiglierie piazzate nelle torri aragonesi di fine Quattrocento, la cittadella fortificata si estendeva sino alle possenti mura spagnole innalzate dal 1529. Al suo interno un fitto tessuto urbano di edifici pubblici e privati, civili e religiosi, come il Duomo ed il Monastero delle Benedettine, entrambi sopravvissuti alle distruzioni che rasero al suolo i numerosi edifici privati e persino il palazzo municipale, che sino alle soglie dell’Ottocento fronteggiava il Duomo.

L’ampia area oggi presente tra la cinta aragonese e quella spagnola, interrotta soltanto dalle sagome del Duomo e del Monastero delle Benedettine, fu sino alle soglie del XVIII sec. densamente abitata, come attestano chiaramente documenti d’archivio e planimetrie d’epoca. E come testimoniano i recenti scavi archeologici (2008/09) che hanno riportato alla luce alcuni isolati. Sono emerse così le porzioni basamentali di numerosi fabbricati privati, perlopiù cisterne sotterranee adibite alla raccolta delle acque piovane e pavimentazioni in ciottoli di qualche cortile. La stanza a pian terreno di uno di questi edifici (edificio n. 11) conserva tracce di pavimentazione con mattonelle esagonali. Sono tornati alla luce anche i resti di qualche carreggiata stradale anch’essa in ciottoli: le strade pubbliche della cittadella fortificata erano di norma molto strette, piccoli vicoli che separavano i diversi isolati a loro volta localizzati in contrade con tanto di nome (Annunziata, Matrice e Salvatore, in prossimità delle rispettive chiese, Piazza, ossia lo slargo esistente tra il Duomo ed il municipio, Sotto le mura del Regio Castello etc. etc).

Malgrado i numerosi provvedimenti emanati dalle autorità cittadine, allo scopo di promuovere la vita quotidiana entro le mura della cittadella fortificata, i Milazzesi preferirono trasferirsi in pianura, abbandonando questi edifici che dalla prima metà del Settecento alla fine dell’Ottocento crollarono scomparendo definitivamente.
 
 
 

 
Planimetria degli scavi eseguiti nel 2008/09, con l’ubicazione degli 11 edifici riportati alla luce e di altrettante cisterne adibite all’approvvigionamento delle acque piovane. Tra gli edifici 4 e 5 ben riconoscibile la strada pubblica riemersa dagli scavi, realizzata in ciottoli come il cortile in comune tra gli edifici 1 e 2. La posizione degli 11 edifici è riportata in numeri arabi nella pianta in basso, risalente al 1719 e custodita presso il Kriegsarchiv di Vienna. La pianta ancora più in basso, risalente invece al 1756 circa e custodita all’Archivio di Stato di Napoli, attesta il progressivo abbandono e la conseguente demolizione di molti fabbricati. 
 


 
 

 



 
 

L'edificio 2
 
Pavimento in ciottoli del cortile degli edifici 1 e 2


  Panoramica degli scavi nel 2009

 Le tracce del pavimento ad esagoni dell’edificio 11

 
 
L’acciottolato della strada pubblica accanto all’edificio 5



I reperti emersi nell’area archeologica

La vasta area archeologica oggi visitabile tra il Duomo antico ed il recinto esterno della cittadella fortificata, ossia le mura spagnole innalzate nella prima metà del Cinquecento, ha restituito una vasta gamma di reperti di vita quotidiana.

La pulizia delle numerose cisterne venute alla luce con gli scavi del 2008/09 ha restituito piccole anfore impiegate per prelevare e contenere acqua (secc. XVII e XVIII), recuperate nelle cisterne 10 ed 11. Nella cisterna 1 sono stati trovati alcuni piatti in maiolica risalenti al XVIII secolo, perlopiù di colore bianco con motivo floreale blu. L’edificio 2, costituito da tre vani - uno dei quali contraddistinto da una rampa di scalini in pietra - e da un attiguo cortile, ha restituito invece diverse pipe in terracotta, qualche piatto, di cui uno riconducibile alla mensa di un religioso, un orecchino, una lucerna ed un ditale.

Le indagini di scavo hanno riportato alla luce, tra l’altro, stoviglie di diverso tipo e qualche gruzzolo di monete aragonesi risalenti alla prima metà del XV sec.
 




In alto, i piatti emersi con gli scavi della cisterna 1 e le anfore trovate nella cisterna 11



L’edificio 2 in corso di scavo (giugno 2009)





I piatti e le pipe in terracotta recuperate proprio nell’edificio 2
e risalenti ai secoli XVII e XVIII


Le prime fasi di scavo in due foto dell’ottobre 2008


 
 
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