L’area archeologica
dell’antica Milazzo
Dominata dall’alto dal Castello normanno-svevo, a sua volta
protetto dalle artiglierie piazzate nelle torri aragonesi di fine Quattrocento,
la cittadella fortificata si estendeva sino alle possenti mura spagnole
innalzate dal 1529. Al suo interno un fitto tessuto urbano di edifici pubblici
e privati, civili e religiosi, come il Duomo ed il Monastero delle Benedettine,
entrambi sopravvissuti alle distruzioni che rasero al suolo i numerosi edifici
privati e persino il palazzo municipale, che sino alle soglie dell’Ottocento
fronteggiava il Duomo.
L’ampia area oggi presente tra la cinta aragonese e quella
spagnola, interrotta soltanto dalle sagome del Duomo e del Monastero delle
Benedettine, fu sino alle soglie del XVIII sec. densamente abitata, come
attestano chiaramente documenti d’archivio e planimetrie d’epoca. E come
testimoniano i recenti scavi archeologici (2008/09) che hanno riportato alla
luce alcuni isolati. Sono emerse così le porzioni basamentali di numerosi fabbricati
privati, perlopiù cisterne sotterranee adibite alla raccolta delle acque
piovane e pavimentazioni in ciottoli di qualche cortile. La stanza a pian terreno
di uno di questi edifici (edificio n. 11) conserva tracce di pavimentazione con
mattonelle esagonali. Sono tornati alla luce anche i resti di qualche carreggiata
stradale anch’essa in ciottoli: le strade pubbliche della cittadella
fortificata erano di norma molto strette, piccoli vicoli che separavano i
diversi isolati a loro volta localizzati in contrade con tanto di nome (Annunziata, Matrice e Salvatore, in
prossimità delle rispettive chiese, Piazza,
ossia lo slargo esistente tra il Duomo ed il municipio, Sotto le mura del Regio Castello etc. etc).
Malgrado i numerosi provvedimenti emanati dalle autorità
cittadine, allo scopo di promuovere la vita quotidiana entro le mura della
cittadella fortificata, i Milazzesi preferirono trasferirsi in pianura,
abbandonando questi edifici che dalla prima metà del Settecento alla fine
dell’Ottocento crollarono scomparendo definitivamente.
Planimetria degli scavi eseguiti
nel 2008/09, con l’ubicazione degli 11 edifici riportati alla luce e di altrettante
cisterne adibite all’approvvigionamento delle acque piovane. Tra gli edifici 4 e
5 ben riconoscibile la strada pubblica riemersa dagli scavi, realizzata in
ciottoli come il cortile in comune tra gli edifici 1 e 2. La posizione degli 11
edifici è riportata in numeri arabi nella pianta in basso, risalente al 1719 e
custodita presso il Kriegsarchiv di Vienna. La pianta ancora più in basso, risalente invece
al 1756 circa e custodita all’Archivio di Stato di Napoli, attesta il
progressivo abbandono e la conseguente demolizione di molti fabbricati.
L’acciottolato della strada pubblica accanto all’edificio 5
In alto, i piatti emersi con gli scavi della cisterna 1 e le anfore trovate nella cisterna 11
L’edificio 2 in corso di scavo (giugno 2009)
I piatti e le pipe in terracotta recuperate proprio nell’edificio 2
e risalenti ai secoli XVII e XVIII
Le prime fasi di scavo in due foto dell’ottobre 2008
L'edificio 2
Pavimento in ciottoli del cortile degli edifici 1 e 2
Panoramica degli
scavi nel 2009
Le tracce del pavimento ad esagoni dell’edificio 11
I reperti emersi nell’area
archeologica
La vasta area archeologica oggi visitabile tra il Duomo antico
ed il recinto esterno della cittadella fortificata, ossia le mura spagnole innalzate
nella prima metà del Cinquecento, ha restituito una vasta gamma di reperti di
vita quotidiana.
La pulizia delle numerose cisterne venute alla luce con gli scavi
del 2008/09 ha restituito piccole anfore impiegate per prelevare e contenere
acqua (secc. XVII e XVIII), recuperate nelle cisterne 10 ed 11. Nella cisterna
1 sono stati trovati alcuni piatti in maiolica risalenti al XVIII secolo,
perlopiù di colore bianco con motivo floreale blu. L’edificio 2, costituito da
tre vani - uno dei quali contraddistinto da una rampa di scalini in pietra - e
da un attiguo cortile, ha restituito invece diverse pipe in terracotta, qualche
piatto, di cui uno riconducibile alla mensa di un religioso, un orecchino, una
lucerna ed un ditale.
Le indagini di scavo hanno riportato alla luce, tra l’altro,
stoviglie di diverso tipo e qualche gruzzolo di monete aragonesi risalenti alla
prima metà del XV sec.
In alto, i piatti emersi con gli scavi della cisterna 1 e le anfore trovate nella cisterna 11
L’edificio 2 in corso di scavo (giugno 2009)
I piatti e le pipe in terracotta recuperate proprio nell’edificio 2
e risalenti ai secoli XVII e XVIII
Le prime fasi di scavo in due foto dell’ottobre 2008